Italian Constitutional Court rules on Citizenship by descent

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Cittadinanza Italiana per Discendenza: la Corte Costituzionale Conferma il Diritto Senza Limiti Generazionali

Il 31 luglio 2025, la Corte Costituzionale italiana ha emesso una sentenza di rilievo, la n. 142, con implicazioni significative per il quadro normativo che disciplina la cittadinanza italiana, in particolare per quanto riguarda la trasmissione della cittadinanza per discendenza, nota come ius sanguinis.

Questa pronuncia ribadisce i principi fondamentali della legge sulla cittadinanza italiana, pur sottolineando la necessità di una modernizzazione legislativa che tenga conto delle mutate realtà sociali contemporanee.

La decisione trae origine da diversi rinvii da parte dei giudici ordinari, che sollevavano dubbi sulla legittimità costituzionale di alcune disposizioni chiave in materia di cittadinanza. In particolare, la Corte ha esaminato gli articoli del Codice Civile e delle leggi del 1912 e del 1992 che regolano l’acquisizione della cittadinanza per discendenza. Il nodo centrale era se tale cittadinanza dovesse essere limitata da confini generazionali oppure condizionata a un legame effettivo con l’Italia.

La Corte Costituzionale ha confermato in modo netto che la cittadinanza italiana si trasmette senza limiti generazionali, secondo il principio del ius sanguinis. Ciò significa che i discendenti di cittadini italiani, a prescindere dal numero di generazioni trascorse, mantengono il diritto a richiedere la cittadinanza. Di rilievo, la Corte ha respinto l’idea che il richiedente debba dimostrare un rapporto effettivo o continuativo con l’Italia per ottenere il riconoscimento. Questa conferma rafforza la certezza giuridica per tutti coloro che fanno domanda basandosi esclusivamente sulla propria discendenza, senza ulteriori requisiti culturali o territoriali.

Al contrario, la Corte ha dichiarato inammissibili le questioni relative all’acquisizione della cittadinanza per nascita sul territorio italiano da genitori stranieri, il cosiddetto iure soli. Tali profili sono stati ritenuti estranei alla giurisdizione costituzionale nel contesto specifico del giudizio, e dunque non sono state apportate modifiche al quadro normativo vigente in quest’ambito.

Pur riaffermando la centralità del ius sanguinis, la Corte ha indirizzato un messaggio chiaro al Parlamento italiano. Ha sottolineato l’urgenza di una riforma legislativa della cittadinanza, tenendo conto delle trasformazioni demografiche e sociali del Paese. Ha invitato il legislatore a considerare modifiche che affrontino le sfide attuali, come i flussi migratori, le complessità legate alla doppia cittadinanza e l’integrazione delle nuove generazioni di italiani all’estero. Questo invito riflette la consapevolezza da parte della Corte che leggi statiche non possono rispondere adeguatamente a una realtà in continua evoluzione.

Secondo quanto affermato nella sentenza, eventuali modifiche al sistema di riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis dovrebbero avvenire attraverso il processo legislativo e non tramite interventi di tipo giudiziario. Il compito della Corte, ha ribadito il collegio, non è quello di sostituirsi al legislatore, ma di verificarne la coerenza con i parametri costituzionali.

È importante sottolineare che questa pronuncia riguarda esclusivamente il quadro normativo antecedente all’entrata in vigore della Legge n. 74 del 2025. La legittimità costituzionale di tale nuova normativa non è stata oggetto di questa sentenza Sono infatti attesi ulteriori pronunce da parte della Corte su eventuali ricorsi che coinvolgano direttamente la Legge 74/2025, la quale ha introdotto modifiche rilevanti nel sistema della cittadinanza italiana. Già sono stati sollevati con riferimento al DL. 36/2025 (vedi il nostro articolo D.L. 36/2025 Cittadinanza per Discendenza. Il Tribunale di Torino Solleva Questione di Legittimità Costituzionale)

Per chi sta cercando di ottenere la cittadinanza italiana per discendenza, questa decisione rappresenta un segnale di rassicurazione e chiarezza. Conferma che i diritti di cittadinanza non si esauriscono con il passare delle generazioni e che eventuali ostacoli burocratici fondati sulla necessità di dimostrare un legame concreto con l’Italia non sono giustificati a livello costituzionale.

In sintesi, la sentenza n. 142/2025 della Corte Costituzionale si configura come una importante pronuncia nel diritto della cittadinanza italiana per discendenza. Salvaguardando il principio del iure sanguinis senza limiti generazionali e respingendo ulteriori requisiti di collegamento, la Corte rafforza l’interpretazione giuridica tradizionale, pur incoraggiando al contempo una riforma legislativa, coniugando il rispetto per le radici con una visione orientata all’evoluzione normativa.

Articolo scritto dall’avv. Selvaggia Amore

 

 

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